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Allarme Pfas Lombardia: i rischi e come difendersi

pfas-lombardia

Dopo il Veneto, l'allarme di inquinamento da Pfas arriva anche in Lombardia. Una nuova indagine di Greenpeace ha mostrato come questo tipo di sostanze nocive sia presente nelle acque destinate al consumo umano lombarde.

Raffaele Potenza
CEO SorgenteLight
Pubblicato il
31 Maggio 2023

Prima il Veneto, ora la Lombardia. L'allarme dell'inquinamento da Pfas delle acque destinate al consumo umano si allarga e coinvolge anche la regione lombarda. La denuncia arriva da GreenPeace, che ha analizzato la qualità dell'acqua che beviamo tutti i giorni dai nostri rubinetti e ha rilevato la presenza di queste sostanze nocive correlate a seri problemi di salute, tra cui alcuni tipi di tumore e rischi per la gravidanza.

Che cosa sono i Pfas

I Pfas sono sostanze chimiche altamente inquinanti. Si tratta di sostanze perfluoroalchiliche utilizzate largamente nell'ultimo secolo in diverse industrie per via delle loro proprietà particolari come la stabilità chimica e termica e la loro qualità di agenti idro- e oleorepellenti.

Il loro punto di forza è anche un loro grande contro: la stabilità chimica e termica e l'idrorepellenza rendono i Pfas resistenti ai naturali processi di degradazione, facendogli guadagnare la fame di "inquinanti eterni". Con effetti negativi sull'ecosistema e sulla salute dell'uomo.

I Pfas, come spiega l'Agenzia Europea per l'Ambiente, sono infatti responsabili dell'insorgenza di tumori, problemi alla tiroide, danni al fegato, parto di bambini sottopeso, maggiori livelli di colesterolo nel sangue.

Allarme di Greenpeace: Pfas nelle acque della Lombardia

Le acque potabili della Lombardia sono contaminate dai Pfas. È questo l'allarme lanciato da GreenPeace con il report appena pubblicato.

L'organizzazione ambientalista ha diffuso i dati che ha raccolto negli ultimi mesi attraverso la sua Unità Investigativa con richieste di accesso agli atti generalizzato (FOIA), indirizzate a tutte le ATS (Agenzia di Tutela della Salute) ed enti gestori delle acque lombarde.

In quasi il 20% delle analisi condotte dalle autorità, a partire dal 2018, è stata registrata la presenza di PFAS.

Il risultato è sconcertante: si può dire con certezza che sono migliaia i cittadini lombardi che, dal 2018, hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini. Ma non solo: non si può escludere che queste contaminazioni stiano andando avanti tuttora.

GreenPeace

Quali sono le province con maggior contaminazione da Pfas in Lombardia

Il podio negativo della maggior contaminazione di Pfas nell'acqua spetta alle province di Lodi, Bergamo e Como.

  • Lodi: 84,8% dei campioni positivi; 
  • Bergamo: 60,6% dei campioni positivi;
  • Como: 41,2% dei campioni positivi.

A seguire le altre province:

  • Monza e Brianza: 32,1% dei campioni positivi;
  • Cremona: 28,3% dei campioni positivi;
  • Milano: 20,8% dei campioni positivi;
  • Pavia: 14,1% dei campioni positivi;
  • Varese: 11% dei campioni positivi;
  • Brescia: 9,6% dei campioni positivi;
  • Lecco: 5,1% dei campioni positivi;
  • Sondrio: 3,6% dei campioni positivi;
  • Mantova: 2,7% dei campioni positivi.

I comuni con concentrazioni di più alte di Pfas in Lombardia

Se si guardano i dati legati alle città, invece, i Comuni che registrano particolari criticità sono:

  • Crema: somma di Pfas pari a 1386 ng/l nel pozzo di via Ferrario;
  • Crespiatica (Lodi): somma di Pfas tra 1020 e 1146 ng/l al mulino di via Dante;
  • Pontirolo Nuovo (Bergamo): somma di Pfas pari a 1014 ng/l all'acqua del pozzo di via Radaelli;
  • Zona Cantù - Mariano Comense (Como): somma di Pfas tra 420 e 600ng/l in punto prelievo non specificato;
  • Rescaldina (Milano): con somma di Pfas tra 375 e 380 ng/l nei punti prelievo di via Pascoli e via Castellanza.

GreenPeace ha stilato e reso disponibile una classifica completa dei primi 100 comuni con i valori più alti riscontrati di Pfas in Lombardia.

Situazione particolarmente critica anche quella di Milano, dove un campione su tre di acqua potabile è risultato contaminato da sostanze perfluoroalchiliche.

Eliminare i Pfas dall'acqua che beviamo

Il limite massimo di sostanze perfluoroalchiliche tollerabile, in Italia, è pari a 0,1 mcg/l. A stabilirlo è stato il Decreto Legislativo n.18/2023.

Tuttavia, come sottolinea Greenpeace, considerando la pericolosità dei Pfas, l'unico valore accettabile di queste sostanze nell'acqua destinata al consumo umano è zero.

Non si deve dimenticare che in accordo con le più recenti evidenze scientifiche i PFAS sono considerate sostanze prive di soglie di sicurezza per la salute umana, pertanto l’unico valore cautelativo è la loro assenza nell’acqua per il consumo umano. Ma anche negli alimenti, nel suolo e nell’aria.

GreenPeace

Come eliminare, dunque, i Pfas e poter bere in tranquillità l'acqua del proprio rubinetto? Esistono tre metodi: filtri a carboni attivi, depuratore ad osmosi inversa o purificatore d'acqua.

Filtri a carboni attivi: non sufficientemente efficaci

I filtri a carboni attivi possono essere applicati a rubinetti o caraffe. Questo tipo di strumento, però, non garantisce un'efficacia assoluta. Lo dimostra uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology Letters realizzato dai ricercatori dell'Università della Carolina del Nord.

Dallo studio è emerso che i filtri a carboni attivi sono più efficaci contro Pfas a catena lunga (con valori di rimozione di circa il 60 - 70%) e meno contro quelli a catena corta (circa 40% di rimozione).

Depurazione dell'acqua con osmosi inversa: rimuove i le sostanze perfluoroalchiliche, ma non aiuta la tua salute

Un depuratore ad osmosi inversa è in grado di rimuovere le sostanze nocive dall'acqua del rubinetto di casa. Il problema di questo tipo di strumento, però, è che insieme alle sostanze cattive, rimuove anche quelle utili ed essenziali per la salute dell'organismo, come i sali minerali. Di fatto quella che un depuratore a osmosi inversa consegna è un'acqua distillata. E cioé non ottimale per la salute umana.

Purificatore d'acqua: elimina le sostanze nocive e mantiene tutti i sali minerali che proteggono la salute

pfas lombardia: installazione del purificatore come soluzione

A differenza dei depuratori ad osmosi inversa, un purificatore è in grado di annientare tutte le sostanze nocive per la salute umana (Pfas inclusi) e nel contempo mantenere tutte le sostanze positive (come i sali minerali) che l'acqua naturalmente contiene. E anzi, uno strumento di questo tipo è in grado di calibrare la quantità di sali minerali sulle necessità di ognuno: il risultato quindi è un'acqua su misura.

In Italia l'unica azienda che produce purificatori che possono fornire acqua su misura del fabbisogno di ognuno è SorgenteLight: il nostro brevetto, infatti, permette di personalizzare la concentrazione dei sali minerali disciolti nell'acqua e soddisfare i bisogni e le esigenze di ogni persona.

SorgenteLight, inoltre, mette a disposizione gratuitamente e senza impegno uno dei suoi esperti per realizzare un'analisi dell'acqua gratuita dell'acqua di casa.

SorgenteLight è un'azienda verificata Zero Truffe

La nostra azienda ha ottenuto la prestigiosa certificazione rilasciata dalla testata "Il Salvagente".

I nostri purificatori sono stati sottoposti ad alcuni test in un laboratorio accreditato, il quale ha certificato la sicurezza dei nostri prodotti, la qualità dell'acqua erogata e la conformità alle attuali norme sulla potabilità dell'acqua.

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